Le lesioni della Cuffia dei Rotatori – Forlì e Faenza – 15/16 Maggio 2015

350,00 IVA inclusa

Informazioni
Provider ECM: AV Eventi e Formazione
Crediti ECM: 21,5
Data:  15 – 16 Maggio 2015
Location: Parte Teorica: Forlì – Parte Pratica: Faenza
Destinatari: Fisioterapisti

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Tra tutti i tendini presenti nel corpo umano, quelli della cuffia dei rotatori manifestano una maggiore percentuale di lesione.

Gli studiosi hanno dato a questo fenomeno molte spiegazioni (causa multifattoriale: zona critica ipovascolare del tendine, naturale e progressivo invecchiamento dei tessuti, movimenti ripetitivi, ecc.) e tra i vari motivi, comuni anche alle altre strutture tendinee presenti nel corpo, due sono considerati peculiari della spalla in quanto accrescono i rischi delle lesioni di cuffia.

In primo luogo i tendini della cuffia si trovano interposti tra due strutture ossee (omero e arco coraco-acromiale), il fisiologico contatto tra le due componenti conduce ad una usura lenta e progressiva. Tale usura è favorita dal secondo fattore di rischio caratteristico della spalla, costituito dal precario equilibrio di questa articolazione, sempre “in bilico” tra stabilità e mobilità.

Le sindromi da conflitto possono interessare, con maggiore frequenza, le persone che presentano un’alterazione del rapporto di forza tra intra ed extrarotatori (equilibrio orizzontale anteroposteriore) e in quello tra deltoide e muscoli depressori (equilibrio verticale supero-inferiore). La quantità di movimenti a rischio (movimenti effettuati all’interno dell’arco doloroso, che si trova tra 60° e 120° d’elevazione), eseguiti in presenza di un equilibrio precario, accresce il numero dei pazienti sintomatici rispetto a quelli che manifestano un momentaneo e apparente benessere.

Le lesioni alla cuffia dei rotatori, quindi, sono prevalentemente degenerative e, in alcuni casi, acute su base degenerativa, mentre più rare sono le forme primarie.

Attualmente si consiglia un trattamento chirurgico nei pazienti giovani (fino ai 65-70 anni) ed un trattamento conservativo in quelli meno giovani (65-70 anni in su). Il diverso approccio è condizionato non solo dall’età, ma anche dall’intensità del dolore (il dolore nelle lesioni croniche tende comunque ad attenuarsi con il passare del tempo) e dalle carenze funzionali.

Nelle patologie di cuffia è importante l’aspetto preventivo che prevede non solo la maggiore attenzione nell’evitare il ripetersi dei movimenti a rischio (sollevare, spingere verso l’alto, ecc.), ma anche l’esecuzione di esercizi utili per il recupero e il successivo mantenimento del corretto equilibrio gleno-omerale (trazionare verso di sé, spingere verso il basso, ruotare internamente ed esternamente).

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Descrizione

Brochure-Spalla-Maggio-2015Informazioni
Provider ECM: AV Eventi e Formazione
Crediti ECM: 21,5
Data:  15 – 16 Maggio 2015
Location: Parte Teorica: Forlì – Parte Pratica: Faenza
Destinatari: Fisioterapisti

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Tra tutti i tendini presenti nel corpo umano, quelli della cuffia dei rotatori manifestano una maggiore percentuale di lesione. Gli studiosi hanno dato a questo fenomeno molte spiegazioni (causa multifattoriale: zona critica ipovascolare del tendine, naturale e progressivo invecchiamento dei tessuti, movimenti ripetitivi, ecc.) e tra i vari motivi, comuni anche alle altre strutture tendinee presenti nel corpo, due sono considerati peculiari della spalla in quanto accrescono i rischi delle lesioni di cuffia. In primo luogo i tendini della cuffia si trovano interposti tra due strutture ossee (omero e arco coraco-acromiale), il fisiologico contatto tra le due componenti conduce ad una usura lenta e progressiva. Tale usura è favorita dal secondo fattore di rischio caratteristico della spalla, costituito dal precario equilibrio di questa articolazione, sempre “in bilico” tra stabilità e mobilità.
Le sindromi da conflitto possono interessare, con maggiore frequenza, le persone che presentano un’alterazione del rapporto di forza tra intra ed extrarotatori (equilibrio orizzontale anteroposteriore) e in quello tra deltoide e muscoli depressori (equilibrio verticale supero-inferiore). La quantità di movimenti a rischio (movimenti effettuati all’interno dell’arco doloroso, che si trova tra 60° e 120° d’elevazione), eseguiti in presenza di un equilibrio precario, accresce il numero dei pazienti sintomatici rispetto a quelli che manifestano un momentaneo e apparente benessere.
Le lesioni di cuffia, quindi, sono prevalentemente degenerative e, in alcuni casi, acute su base degenerativa, mentre più rare sono le forme primarie.
Attualmente si consiglia un trattamento chirurgico nei pazienti giovani (fino ai 65-70 anni) ed un trattamento conservativo in quelli meno giovani (65-70 anni in su). Il diverso approccio è condizionato non solo dall’età, ma anche dall’intensità del dolore (il dolore nelle lesioni croniche tende comunque ad attenuarsi con il passare del tempo) e dalle carenze funzionali. Nelle patologie di cuffia è importante l’aspetto preventivo che prevede non solo la maggiore attenzione nell’evitare il ripetersi dei movimenti a rischio (sollevare, spingere verso l’alto, ecc.), ma anche l’esecuzione di esercizi utili per il recupero e il successivo mantenimento del corretto equilibrio gleno-omerale (trazionare verso di sé, spingere verso il basso, ruotare internamente ed esternamente).